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venerdì 26 novembre 2010

intervista a G. Dadati (seconda parte articolo Vox)

Il libro della Tomassini è uscito a settembre per una neonata casa editrice milanese, a parlarci di Laurana Editore, in breve, è Gabriele Dadati, responsabile di redazione e addetto alla comunicazione.



Ciao Gabriele, Laurana pare se la stia cavando molto bene, col libro della Tomassini e con quello di Cassani, anche.
Siete in libreria da pochi mesi ma si parla già molto di voi, con quali tematiche vi presentate ai lettori?

Le tematiche della porta accanto, mi verrebbe da dire. Cioè cose che stanno a tiro, che ci riguardano anche, ma che collocate dietro un uscio socchiuso ci risultano misteriose. L’immigrazione (cosa sappiamo davvero degli immigrati che ci vivono a fianco?), la solitudine in mezzo agli altri (ci riguarda tutti, a turno: ma come maneggiarla?), la semplificazione del linguaggio politico (ne siamo investiti, ma come fare a invertire la tendenza?) e così via. Insomma, cerchiamo di “far vedere” i meccanismi invisibili dell’Italia che ci circonda.

E, a proposito del nome, dei nomi, che significano sempre qualcosa, perché Laurana? E perché Rimmel?

Paolo Laurana è il protagonista di A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia: uno che curiosa e finisce male. E ancora prima Francesco Laurana è un misterioso scultore che arriva dalla Dalmazia, sta un po’ in Sicilia nel secondo Quattrocento facendo cose meravigliose, e poi se ne va, di fatto svanendo. Sembra insomma che chi si chiama Laurana sia destinato a portare uno sguardo e una capacità rara che attraversa le vite degli altri. Così ci siamo trovati a che fare con un misterioso signor Laurana che sta a capo di tutti noi…
Rimmel invece è l’idea di leggerezza che si unisce all’idea di bellezza, è la capacità di dare un nuovo volto alle cose. È quel che dovremmo fare con i nostri libri.

Bene, tornando a questioni di stile e di marchio, forse: qual è il genere di libro su cui puntate? Leggo sulla vostra pagina, on-line: Laurana Editore, la nuova narrativa italiana. Mi spiego meglio, Gabriele quale potrebbe essere, secondo te, la nuova narrativa italiana? La lingua della Tomassini è ricercata, molto, utilizza parole dimenticate, espressioni letterarie. Laurana punterà su questo aspetto? Sulla forma?

Non abbiamo uno sbarramento all’ingresso: Tomassini, Cassani, Bosonetto e Pagliaro, i quattro autori che pubblichiamo quest’anno, hanno un’idea di lingua e un’idea di letteratura abbastanza diverse tra loro. Tutti però vanno a collocarsi in un filone di ricerca che intreccia quelle tematiche della porta accanto di cui si diceva all’inizio. È per questo che sono stati scelti i loro libri ed è con lo stesso spirito che sceglieremo anche i prossimi. Non ci spaventano il lessico vasto della Tomassini né la prosa limpida di Cassani, la lingua comica febbrile di Bosonetto né i sicilianismi di Pagliaro: siamo contenti di essere i loro primi lettori e vorremmo che tanti altri si affiancassero a noi.

Sempre a proposito di stile: noto un certo rigore nelle vostre copertine, mi sembrano essenziali, eleganti con foto d’autore in bianco e nero, classiche. Vuol dire forse: non vorremmo mai passare di moda?

Direi di sì. L’idea è proprio quella di libri fatti per restare. Chi ammicca è simpatico oggi ma stufa domani, noi invece vorremo star lì come dei piccoli classici, che con sguardo sereno si collocano nella vita dei lettori.

Un’ultima domanda.
Tempo fa, all’incirca un anno fa, eravamo in macchina e ti accompagnavo ad una presentazione, la tua, e ricordo che avevi con te il manoscritto di uno scrittore, era quello di Marco Bosonetto. Il libro di Marco sarà nelle librerie dal 15 ottobre: cosa ci dici questo romanzo? Ci dai qualche anticipazione?

“Nel grande show della democrazia” è un romanzo che parla di un’Italia futura in cui il premier si elegge tramite televoto. Il premier in carica, Marco Dell’Elmo, è strappato dalla poltrona per via di uno scandalo (omo)sessuale. Gli italiani pensano bene di eleggere al suo posto un comico, Valer Mandilan, divenuto famoso in televisione perché imitava Dell’Elmo. Da questa idea sprizzano come scintille personaggi straordinari che si inseguono su e giù per la penisola ognuno preso dalle sue vicende e dalle sue manie.
Il libro è bello, avvincente e ben scritto. Evita di essere satira ma è romanzo-romanzo, in tutti i sensi. E ci fa riflettere su che scempio sia il fatto che la comunicazione politica, nel nostro paese, è giorno dopo giorno sempre più impoverita e ridotta a slogan…

Grazie Gabriele e in bocca al lupo.

Grazie a te. E crepi il lupo (metaforico).

Tamara Baris

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